Non sono per nulla soddisfatto della posizione che ho dovuto assumere ma era quella che consideravo più coerente con il mio modo di vivere questa esperienza politica.
Penso sia noto come interpreto il mio mandato elettorale al Senato, non tanto per affrontare le vicende nazionali, ma per difendere per quanto in mia possibilità la mia regione, il territorio dove sono nato e cresciuto, dove ho lavorato e che mi ha dato tante soddisfazioni ma che purtroppo oggi vedo totalmente alla deriva verso un declino per nulla felice.
Sono andato in aula i primi due giorni convinto di non condividere la riforma: i consiglieri regionali in Senato, il finto risparmio mantenendo invece tutti i costi della struttura, il ruolo marginale se non inutile del futuro Senato, la differenza abissale di peso da regione a regione. Dall’altra parte molti amici e sostenitori di Liguria Civica mi dicevano “bisogna andare avanti”, non se ne può più di questo sistema bicamerale. Persone che stimo e a cui tengo molto.
Poi due fatti, forse marginali per altri, ma per me molto importanti, mi hanno fatto decidere su come dovevo comportarmi:
Volevo sostenere, aggiungendo la mia firma, l’emendamento di un rappresentante del Pd sull’istituzione di una commissione per la creazione delle macroregioni in un numero massimo di 12, posizione che non solo condivido ma proprio sulla quale a mia volta, tempo fa, avevo presentato alcuni emendamenti per avere macroregioni di minimo 5 milioni di abitanti, emendamento poi trasformato in ordine del giorno che non conta niente. Ebbene, se un emendamento non è presentato dalla maggioranza è inutile, ma alla mia richiesta di sostenerlo mi è stato risposto che sarebbe stato ritirato!
Altro punto inaccettabile è la forza dei Senatori delle autonomie che con i loro voti garantiscono la maggioranza a Renzi. Ebbene, hanno ottenuto che ogni regione o provincia autonoma avrà un minimo di due senatori e in tal modo anche la Val D’Aosta avrà due senatori, al pari della Liguria, con meno di un decimo degli abitanti. Ma, ancora più grave, con un altro emendamento volto a difendere le minoranze linguistiche, le province autonome di Trento e Bolzano avranno due senatori a testa.
Mentre la Liguria, con oltre un milione e mezzo di abitanti, con il Senato a 100 passerà da 8 a 2 senatori, la Valle d’Aosta con 127 mila abitanti vedrà raddoppiare il numero di rappresentanti in Senato, passando da uno a due, e le province di Trento e Bolzano, con un milione di abitanti, avranno 4 senatori. E’ una riforma votabile?
Poi il metodo di fare opposizione delle minoranze, il muro di gomma della maggioranza, le maggioranze variabili tra appoggio degli Ncd, i verdiniani, i continui mal di pancia dentro il Pd di gente che vota liberamente solo quando il voto è segreto.
Sinceramente oggi io non vedo alternative all’attuale Governo anche se non mi piace per nulla il modo con cui si garantisce la maggioranza dei voti, anzi mi indigna. Non condivido la riforma, mi preoccupa pure la garanzia democratica del Paese, oggi c’è Renzi ma domani chi ci sarà?
Il dubbio quindi su come votare nasce così. Ho iniziato votando contro , poi ho meditato e ascoltate diverse posizioni. Astenersi, mi hanno detto in diversi: no, nemmeno questo è possibile, perché al Senato, a differenza della Camera, il voto di astensione va a sommarsi con i voti contrari. Unica soluzione quindi non partecipare al voto. In tal modo non è un voto contro ma neanche do il mio voto per approvare questa legge che non condivido per le ragioni espresse.
Ma non mi piace, non mi sento a mio agio con la incapacità di prendere una decisione. Questa volta critico me stesso ma almeno volevo renderlo noto e far sapere che, per quanto abbia riflettuto, pensato, provato a trovare un’alternativa, anche parlandone con persone che apprezzo e stimo, non ho trovato una soluzione migliore. Ma resto insoddisfatto.