C.A. On. Debora Serracchiani, Presidente Regione Friuli Venezia Giulia

P.C. Zeno D’Agostino, Commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Trieste

P.C. Giovanni Pitruzzella, Presidente Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

P.C. Graziano Delrio, Ministro dei Trasporti

P.C. Ministero dei Trasporti: Viceministro Riccardo Nencini, Sottosegretario Del Basso De Caro, dott. Ivano Russo

P.C. Commissione Ottava del Senato

 

Concessioni portuali: cosa ne pensano in Europa e parere pro veritate

Gentile Presidente,

Desidero metterla al corrente che sin dai primi di agosto contesto in Commissione ottava le richieste di rinnovo o proroga ultradecennali delle concessioni portuali da parte di alcuni terminalisti. Conosco meglio la situazione ligure, dove varie concessioni sono state rinnovate per lunghi periodi a Savona e alla Spezia, mentre a Genova sono state pubblicate diverse richieste di rinnovo (come suggerito dal Mit su richiesta dell’ex Presidente Merlo), nonostante manchino ben 5 anni rispetto alla relativa scadenza!

Ritengo che si tratti nella maggior parte dei casi di un pericoloso ingessamento del sistema portuale italiano, e la fretta di concedere rinnovi anticipati sembra essere un sistema per eludere la nuova normativa e il regolamento che si prevedeva che il Governo avrebbe emanato in autunno, come dichiarato sin da agosto dal Ministro Delrio.

Mi sorprende sinceramente vedere che anche a Trieste si rinnovano concessioni per 60 anni, come leggo sui giornali. Non metto in dubbio la qualità dell’operatore portuale che si è impegnato in un investimento molto importante e almeno nel vostro caso leggo che una parte degli investimenti avrebbe un cronoprogramma preciso per almeno 100 milioni di euro su 180 totali promessi nei 60 anni. Rilevo anche che ci sono però altri investimenti pubblici per 50 milioni che rendono ulteriormente interessante investire nel porto di Trieste. Da quanto assunto quindi penso che sarebbe stato opportuno procedere con una gara, vista peraltro la durata lunghissima della concessione, che di fatto diventa una “privatizzazione” di un’area demaniale. Non è inoltre dato sapere a quanto ammonti il canone concessorio che dovrà pagare il terminalista e se sia in linea con i canoni usuali in Europa. Dal parere pro veritate allegato si ritiene anche che sia necessario che il terminalista rilasci adeguate fideiussioni a garanzia dell’investimento promesso.

Nei casi che ho già analizzato in ambito ligure posso rilevare che

– a Savona sono state rinnovate anticipatamente concessioni con pubblicazioni effettuate in tempi brevissimi, pare addirittura di 15 giorni e che la pubblicazione sia stata fatta solo su edizioni locali di quotidiani anziché su organi a copertura europea, come previsto dalla normativa vigente, e aggiungo che non è stato possibile assumere informazioni dal sito web dell’Autorità di Savona.

– Dalla Spezia non sono riuscito ad avere informazioni dettagliate da parte dell’Autorità, che ha assegnato anche un nuovo terminal senza gara e consentito altre operazioni che non ritengo in linea con la normativa vigente e comunitaria (si veda comunicato stampa sul sito dell’AP La Spezia).

– A Genova l’ex Presidente Merlo aveva ritenuto con massima correttezza di richiedere parere al Mit su come comportarsi e gli venne detto a settembre di procedere con le pubblicazioni ma che entro breve sarebbe uscito il regolamento della 84/94, che avrebbe creato una omogeneità di interpretazione in tutte le Autorità Portuali del Paese (si veda articolo).

Viste le numerose e differenti interpretazioni da autorità ad autorità, che hanno creato un vero e proprio “Far West” nella portualità italiana, mettendo anche il Paese a rischio di apertura di procedimenti di infrazione, ho ritenuto di richiedere un parere pro veritate a un importante studio legale, che ho provveduto a inviare a tutti i soggetti interessati. Lo allego anche a Lei e spero vorrà leggerlo, visto anche il suo specifico ruolo nazionale nel Pd per quanto concerne il settore trasporti.

Quanto da me sostenuto sin da agosto e ribadito dal parere pro veritate allegato viene ora confermato nell’articolo di qualche giorno fa del Vicedirettore del Corriere della Sera Fubini (allegato) nel quale si evince come la Commissione per la concorrenza europea stia valutando diversi fascicoli italiani tra cui proprio come vengono assegnate le concessioni portuali.

Presidente, questa gestione dei porti rischia di ingessare per i prossimi 60 anni tutto il sistema portuale del Paese ed espone l’Italia a infrazioni comunitarie.

Penso sarebbe opportuno valutare attentamente se quanto sta avvenendo nei porti italiani, proprio mentre si dibatte la riforma, sia un modo per arrivare alla riforma con le banchine già occupate per i prossimi 60 anni, rendendo di fatto vana e inutile la riforma stessa. E penso sarebbe opportuno capire se non stiamo esponendo il Paese a infrazioni comunitarie.

Sarei lieto di conoscere il suo pensiero in merito, sia come responsabile delle infrastrutture e trasporti del Pd, sia come Presidente di Regione, che, da quanto appare, ritiene di non attendere né la riforma né il regolamento emanando del Suo collega di partito Ministro Delrio, per assegnare le banchine che dovranno portare l’Italia ad avere un sistema portuale al pari degli altri Paesi europei.

Sinceramente da Lei che conosce bene la situazione e avrebbe dovuto contribuire concretamente alla riforma che si discute dall’inizio della presidenza Renzi non mi sarei mai aspettato di veder assegnare in questo periodo di limbo una concessione per 60 anni.

In attesa di un Suo riscontro, invio cordiali saluti.

Maurizio Rossi