Come scritto chiaramente dal Consiglio di Stato, la riorganizzazione del sistema portuale italiano è strettamente legata al regolamento relativo all’attribuzione di aree e banchine portuali.
La posizione che dal 5 agosto dello scorso anno sostiene il senatore Rossi è che sia inaccettabile che il futuro dei porti resti nelle mani dei soliti noti e che la legislazione fino ad oggi abbia difeso le rendite di posizione. In Commissione si è parlato del parere del Consiglio di Stato che ha chiarito, in merito al regolamento, che non si può più andare avanti con la sola pubblicazione della domanda di rinnovo, come previsto da una legge del 1952.

Il Consiglio di Stato ha chiarito che le Autorità Portuali hanno avuto un eccesso di discrezionalità non sufficiente a garantire pluralità, concorrenza e trasparenza delle procedure. Fino ad oggi le concessioni erano affidate in modo diretto, secondo criteri discrezionali da parte delle vecchie Autorità portuali, senza alcuno standard amministrativo e senza gara, tanto che, nel tempo, si sono viste concessioni anche per 60 anni a prezzi ridicoli rispetto agli investimenti effettuati. Di fatto con i pareri di camera e Senato e con quanto espresso dal Consiglio di Stato le Autorità Portuali sono ormai decadute, e non dovrebbero a questo punto più esprimersi su nulla.

La posizione che il sen. Rossi,  che ritiene fondamentale applicare gare ad evidenza pubblica per qualunque concessione di beni demaniali, porta avanti da un anno e sulla quale ha anche chiesto un parere pro veritate allo studio loiodice, è stata in questa occasione sposata anche dal senatore Esposito (PD), che ha sostenuto che il sistema delle concessioni portuali, autostradali, etc in Italia sia totalmente da rivedere. Subito dopo Rossi ha esposto la sua proposta di inserimento di un nuovo punto nel parere, che inviti il Ministero a dare seguito a quanto chiesto anche dal Consiglio di Stato, rendendo obbligatorie le gare ad evidenza pubblica. Un altro membro della commissione ha chiesto che fosse aggiunto il riferimento alla necessità che si debba seguire la normativa europea. Il testo finale pertanto recita come segue: “[…] l’affidamento in concessione delle aree demaniali e delle banchine comprese nell’ambito portuale, di cui all’articolo 18 della legge n. 84 del 1994, avvenga esclusivamente mediante procedure di gara ad evidenza pubblica, in conformità alla disciplina dell’Unione europea;

Il senatore Rossi nel suo intervento conclusivo e rivolgendosi al ministro Delrio ha dichiarato la sua soddisfazione per il recepimento di questo punto e che pertanto avrebbe votato a favore del testo redatto, in cui sono stati accolti i punti e le richieste da lui avanzate. Sotto il profilo tecnico ha infine sottolineato come per “disciplina dell’Unione europea”, in Italia, dove le banchine portuali sono aree demaniali, la normativa corretta sia da intendersi la normativa Bolkenstein, che fa espresso riferimento alle concessioni demaniali.
Nel resto d’Europa invece, dove le banchine non sono demaniali bensì di proprietà delle autorità portuali, la situazione è diversa in quanto vengono applicate le norme del Codice Civile e dei contratti di affitto.

Se ben gestite, le gare ad evidenza pubblica per l’attribuzione delle concessioni di aree e banchine porteranno una serie di benefici nei porti:
– maggiori introiti da canoni, che dovrebbero notevolmente aumentare;
– piano degli investimenti dei vincitori garantito da fideiussioni;
– cronoprogramma degli investimenti;
– garanzia dei quantitativi di traffico per tutti gli anni della durata della concessione;
– garanzia dell’occupazione per tutti gli anni della durata della concessione.

Il mancato rispetto degli impegni di cui sopra comporterà la revoca della concessione.