Sintesi: nuova concessione del servizio pubblico alla Rai

 

 

 

 

 

 

Per tutta la durata di questa legislatura si è dibattuto in ogni parte del Parlamento, commissione ottava del Senato, Commissione di Vigilanza, aule di Camera e Senato, della nuova concessione alla Rai che scadeva il 6 maggio del 2016.

In quanto membro delle commissioni competenti e come correlatore in Vigilanza Rai, ne sono stato parte attiva in ogni passaggio. Ho fortemente contestato metodologie e mancanza di rinnovamento, ho perorato il rispetto degli inviti dell’Europa in merito alla separazione funzionale e ogni chiara e inequivocabile indicazione fornita dagli autorevoli rappresentanti dei primari organismi nazionali competenti sul tema, auditi, su mia richiesta, sulla concessione del servizio pubblico.

Sulla Riforma RAI ho presentato oltre 100 emendamenti tra Aula e Commissione ottava al Senato, tutti bocciati ed oggi sento dire da importanti esponenti del Governo, a soli 8 mesi dalla conclusione dell’affidamento esclusivo alla Rai, inaccettabile per forme e contenuti, che si dovrebbe privatizzare o inserirne il costo nella fiscalità generale. Questo, in pratica, da coloro che, invece, hanno voluto l’inserimento del canone in bolletta e la concessione per 10 anni ad un valore, solo di canone, di circa 23 miliardi di euro dei cittadini, senza contare la pubblicità e le convenzioni con enti pubblici locali e nazionali.

Per dette ragioni, con la Professoressa Loiodice e l’avv. Mazzella abbiamo lavorato per ricostruire quanto accaduto, anche ai fini di un esposto alla Commissione Europea, per sottolinearne la rilevanza e segnalare che potrebbe comunque incidere sul futuro del Paese, così come sui rapporti concorrenziali nell’intero sistema commerciale dell’Unione.

Desidero sintetizzare, con l’elenco che segue, i vari passaggi nelle varie aule e commissioni a partire dal 2013, quando il Vice Ministro dello Sviluppo Economico era il Professor Antonio Catricalà che proponeva il più che motivato “bollino blu” per segnalare in modo evidente ai cittadini/utenti, vessati da un canone ingiusto, quali programmi venissero pagati dal canone e quali dalla pubblicità.

 

ELENCO:

– Legge n. 208/2015 (cosiddetta Legge di Stabilità 2016), che introduce la riforma dell’imposta sulla televisione;

– Legge 28.12.2015, n. 220, avente ad oggetto la “Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo” dove, fra le altre, ribadisce l’unicità della RAI e viene istituito un sondaggio popolare su come dovrebbe essere il servizio pubblico in generale che, incredibilmente, verrà poi chiamato “CambieRAI”;

– D.lgs 18 aprile 2016, n. 50 recante “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”;

– Legge 26.10.2016, n. 198, che prevede norme per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale;

– Legge 27 febbraio 2017, n. 19 recante ”Proroga e definizione di termini”

– Parere della Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi sullo schema di convenzione di affidamento della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, assegnato il 10 marzo 2017 e terminato l’11 aprile 2017;

– Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 aprile 2017 recante “Affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale ed approvazione dell’annesso schema di convenzione”.

 

Le vecchie normative affidavano a Rai la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo fino al 6 maggio 2016; i diversi interventi sopra elencati, anziché cercare di modificare in modo sostanziale le vecchie cattive abitudini, hanno di fatto rinnovato la concessione tale e quale, senza pretendere dal concessionario (Rai) né piano investimenti industriali, né piano news. Non è stato permesso ad alcun soggetto di partecipare, neanche in parte, a gestire il non definito Servizio Pubblico, non si è stabilito, appunto, cosa si possa definire come Servizio Pubblico ma si è, invece, pensato ad indicare con forza l’unicità del Servizio Pubblico della Rai senza definirne il contenuto. Quindi si è definito il soggetto RAI come Servizio Pubblico anziché indicare finalmente le tipologie di programmi, contenuti che caratterizzano il Servizio Pubblico radiotelevisivo e come tali sostenibili da un cospicuo gettito dei cittadini (23 miliardi di euro in 10 anni totalmente senza controllo).

Siamo già partiti male con il cosiddetto sondaggio sull’opinione pubblica che ha visto partecipare sia i cittadini che volevano esprimersi (peraltro in un periodo molto breve) sia i soggetti interessati. La ricerca è stata effettuata come indicato dall’Europa, ma ne è stato stravolto il significato, concentrandolo non su cosa vorrebbero gli intervistati dal servizio pubblico in generale, ma su cosa ne pensano della Rai. Non a caso le domande e lo stesso titolo del sondaggio erano evidenti nel loro significato, indirizzando gli interlocutori solo ad un giudizio legato a Rai (il nome del sondaggio, CambieRAI, la dice lunga).

Le varie proroghe alla concessione susseguite, dal maggio 2016 al 31 ottobre 2016 (in base al D.Lgs. 50/2016), al 31 gennaio 2017 (con la L. 198/2016) e, infine, al 30 aprile 2017 (col D.L. 244/2016), pur avendo avuto 3 anni di tempo per arrivare all’appuntamento del nuovo affidamento del servizio pubblico radiotelevisivo, dimostrano quanto dibattito e quanti freni al rinnovamento, interni ma anche esterni alla Rai, vi siano stati, da parte di fornitori interessati a mantenere la situazione in essere e da parte della politica, che ha avuto come unico obiettivo la riforma della governance per avere più potere sull’azienda Rai, sulle nomine nelle innumerevoli redazioni giornalistiche e sui singoli canali. Altro che far uscire la politica dal Servizio Pubblico!

Poi molti sono stati i temi trattati e regolarmente aggirati ad arte.

È possibile che si sia definita l’unicità della Rai senza aver stabilito prima della concessione quale fosse l’oggetto della gara? La concessione rinnovata o prorogata è di fatto una nuova concessione del valore di circa 23 miliardi di euro su 10 anni ma ad oggi è ancora senza un piano industriale e senza il piano news che sono punti cardine di un qualsiasi contratto di concessione secondo le normative italiane e comunitarie, nonché punti essenziali di un servizio pubblico.

Sul tema “concessione Rai” (che, lo ricordo, è del valore totale di 23 miliardi di euro oltre la pubblicità e altre entrate derivanti da accordi con enti pubblici per un totale di 30 miliardi di euro) l’intento doveva essere di migliorare un sistema che fino ad oggi ha evidenziato gravi criticità, commistione tra servizio pubblico e tv commerciale, distorsioni del mercato, vantaggio competitivo, utilizzo dubbio di soldi pubblici per programmi di Servizio Pubblico che di Servizio Pubblico non hanno proprio nulla, uso di canali radio e tv in numero esagerato così come un numero assurdo di redazioni giornalistiche, caso unico al mondo.

Per tali ragioni e molte altre che non elenco tutte:

– ho presentato molti emendamenti ai diversi progetti di legge che hanno interessato il predetto servizio pubblico radiotelevisivo ma nessuno è stato accolto, in questi diversi anni, dalla maggioranza, verificando di persona il muro costruito tra politica di maggioranza e Rai e con posizioni sempre accondiscendenti da parte di diversi soggetti anche della minoranza a seconda dei temi trattati, per mantenere il sistema come era;

– ho sollecitato in ogni modo consentito dalla mia carica di parlamentare, il rinnovo della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo, dibattuto sulla legittimità di estenderlo anche al multimediale, nei tempi stabiliti senza dover ricorrere alle tre deroghe che il Governo ha utilizzato semplicemente perché non ha voluto decidere;

– quando la Commissione di vigilanza sul servizio pubblico radiotelevisivo ha dovuto dare il prescritto parere in occasione della presentazione, da parte del Governo, dello schema di convenzione di affidamento della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, al fine di emettere un parere giuridicamente legittimo e conforme al diritto comunitario, in Commissione ho richiesto di audire diverse Autorità competenti nel settore, come Vice Ministro Morando, Corte dei Conti, Antitrust, AGCOM, ecc.. Quindi, dopo aver invano dialogato con il relatore di maggioranza per fare accogliere le raccomandazioni indicate nelle audizioni, ho ritenuto di presentare autonomamente 62 emendamenti al testo proposto, finalizzati a migliorare nettamente la proposta governativa con la stesura di un parere il più possibile completo, tecnico, giuridicamente inoppugnabile e privo di ingerenze politiche.

In particolare le proposte emendative che recepivano i suggerimenti/richieste degli auditi erano finalizzate a:

– prevedere una nuova concessione che contenesse tutti i requisiti prescritti per questa fattispecie contrattuale come gli obblighi e i doveri del concessionario e del concedente;

– prevedere una reale separazione societaria funzionale, così come anche raccomandato dall’Europa, o contabile eventualmente prevedendo una separazione per rami d’azienda;

– evitare commistione tra pubblicità e programmi finanziati dal canone radiotelevisivo;

– diminuire ed evidenziare i canali di servizio pubblico;

– accorpare redazioni;

– creare un possibile sistema plurale di concessionari pubblici, procedendo con gare, cercando di evitare distorsioni di mercato;

– evitare che il concessionario approfitti della sua posizione dominante e degli aiuti di Stato per acquistare e produrre programmi audiovisivi di servizio pubblico e vendere pubblicità al loro interno;

– eliminare i costi irragionevoli che possono creare nuove distorsioni in Rai, presenti e futuri come gli investimenti sul web.

 

In Italia si deve creare un servizio pubblico con più soggetti come negli altri paesi. Non è il soggetto, ma l’oggetto del programma che è definibile “Servizio Pubblico”. Questo può essere erogato sia da un soggetto pubblico che privato, basta venga indetta una gara chiara e trasparente. L’interesse primario è che “i cittadini paghino per un Servizio Pubblico l’importo minore per ottenere il servizio migliore”.

È sbagliato, pertanto, definire l’unicità della Rai. Il caso più palese riguarda alcuni programmi che erano sulla Rai ed ora sono su La 7. Perché prima erano di Servizio Pubblico e ora non più?

È inoltre necessario diminuire il numero dei canali Rai, sia tv che radio.

 

La Rai infine, con il denaro pubblico non dovrebbe certo investire alcunché per creare un nuovo forte concorrente alle aziende private che operano sul web (come è stato stabilito chiaramente in Germania), investendo enormi somme di denaro derivanti dal canone, certamente “irragionevoli” per una società privata che non gode in esclusiva di 23 miliardi garantiti dai cittadini, e visto che i contatti sul web non si fermano alla nazione, è del tutto evidente come detti comportamenti incidano su tutto il sistema dei media comunitario.

 

 

 

Sen. Maurizio Rossi

Liguria isolata: a rischio il treno Roma-Genova, rinviato il Genova-Milano a data ignota

 

 

 

 

 

 

Leggi la lettera inviata al Ministro dei Trasporti Graziano Delrio e all’AD di Trenitalia Orazio Iacono, e in copia all’Amministratore Delegato RFI Maurizio Gentile, al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, all’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Berrino, al Sindaco di Genova Marco Bucci, e a tutti i firmatari dell’appello contro l’Isolamento della Liguria :

“Liguria isolata: a rischio il treno Roma-Genova, rinviato il Genova-Milano a data ignota”

 

Oggetto: Liguria isolata: a rischio il treno Roma-Genova, rinviato il Genova-Milano a data ignota.

Gentile Signor Ministro,
nel ringraziarLa per l’incontro della scorsa settimana, che mi aveva fatto ben
sperare su una forte accelerazione dei collegamenti da e per Genova, devo informarLa
che nella conversazione che ho avuto poco dopo con il neo AD di Trenitalia, Ing. Iacono,
ho appreso, con vera sorpresa, che Trenitalia sta mettendo in discussione l’unico
collegamento efficiente che abbiamo Genova-Roma (via Firenze) e ritorno, in quanto non
darebbe sufficienti performance di presenze, specie nel rientro la sera.
Vorrei ricordare che Genova è l’unica città metropolitana del nord totalmente isolata
dall’alta velocità e che quel treno, guadagnato con molta fatica, è l’unico mezzo che
abbiamo oggi per andare a Roma e tornare a Genova in giornata, ad un costo accettabile.
Lei stesso mi ha detto che entro due anni si dovrebbe ridurre il tempo portandolo
progressivamente vicino alle 3 ore.
Invece l’idea di Trenitalia, che ho appreso nell’incontro successivo, è di modificare
gli orari anticipando la partenza del treno alle ore 6.00 circa (che vuol dire sveglia alle 4.30
per un utente) e il rientro alle ore 15.30, ritenendo che un cliente, di fatto, si fermi a
dormire una notte a Roma e faccia poi il viaggio di ritorno nel pomeriggio successivo.

Per quanto riguarda il Genova-Milano diretto senza fermate, un collegamento che si

attende da 20 anni, posso dire che eravamo arrivati molto vicini alla partenza che si
immaginava inserita nell’orario invernale. Un treno senza fermate tra Genova e Milano, da
Principe a Rogoredo, in circa 1.15 ore che consentirebbe ai genovesi di andare a Milano
per poter entrare rapidamente sulla linea ad alta velocità. Un treno che permetterebbe ai
cittadini milanesi di prendere in seria considerazione di vivere a Genova e lavorare a
Milano in attesa del Terzo Valico, che non abbiamo idea quanto tempo ci vorrà perché
diventi realmente operativo.
Anche questo treno mi è stato detto che è “rimandato a data da destinarsi” in
quanto da Trenitalia si sostiene che non sia disponibile 1 treno, tra i 50 che ci sono, per
venire a Genova, dimostrando un totale disinteresse verso una città metropolitana come la
nostra, l’unica davvero isolata a est, ovest e nord, causa primaria della gravissima crisi
occupazionale e della fuga di aziende e giovani.
So bene che parliamo di treni a mercato ma il Governo e i partiti non possono
lavarsene le mani e condannare una città all’isolamento e al declino avvantaggiando solo
altre zone del Paese!
La Liguria è discriminata nei collegamenti rispetto alle altre regioni del nord, non si
guardi solo agli investimenti che daranno frutti, forse, fra 5/10 anni ma si guardi anche allo
stato attuale della regione e alla grave e totale disattenzione prestata che crea gravissimi
disagi e danni incalcolabili. Lo Stato non può non intervenire discriminando di fatto delle
aree del Paese, deve invece preoccuparsi di limitare al minimo i disagi di uno specifico
territorio e dei suoi abitanti.
Mi auguro che vogliate rivedere queste posizioni in tempi stretti e che il treno
Genova-Roma venga confermato in orari che consentano ai liguri di utilizzarlo e
velocizzarlo portandolo almeno sotto le 3h30’, cosa che darebbe la possibilità ai genovesi
e liguri, di potersi muovere più o meno al pari degli altri cittadini italiani delle 10/20 città
raggiunte dall’alta velocità.
La discriminazione oggi è evidente e inammissibile, perché crea enormi svantaggi
occupazionali ed economici per gli abitanti e gli imprenditori della mia regione che sono
ormai realmente esasperati da tale situazione.
In attesa di un cortese riscontro, voglia gradire i miei migliori saluti.
Sen. Maurizio Rossi

Macron e il suo Ministro dell’economia contro Gentiloni e Calenda – di Maurizio Rossi

 

 

 

 

 

GENOVA – Msc di Aponte e Costa Crociere concorrenti in forte tensione che tifano per soluzioni opposte: il primo perché Stx resti indipendente dal gruppo italiano, il secondo controllato dagli americani di Carnival che spera di veder prevalere Fincantieri con il quale ha rapporti consolidati e privilegiati.

Renzi segreterio del Pd, soffia sul fuoco giustificando Macron per le sue decisioni che smentiscono l’accordo previsto con Hollande e dicendo che il neo presidente francese sta solo difendendo gli interessi dei francesi e mai dirà una parola contro Macron perche il problema è il nostro Governo troppo debole.
In effetti Renzi usa il caso Stx per attaccare internamente i suoi concorrenti presenti e potenziali futuri.

Parlando di Governo debole di fatto colpisce sia Gentiloni ma ancor più punta a Calenda con il quale non si parla da mesi e di cui soffre la totale indipendenza e autonomia. D’altronde il Ministro ex Montezemoliano che nasce dal movimento Italia Futura, sta cercando una casa dove approdare per mantenere la posizione o per tentare il salto a Palazzo Chigi. Apprezzato da Berlusconi il Ministro del Mise si e’ aperto una strada esponendosi fortemente per salvare Mediaset dall’attacco sempre dei francesi di Vivendi. Ma viste le incertezze a destra, il Ministro dialoga anche con Parisi, ma Arturo, quello di sinistra non Stefano ex Direttore generale di Confindustria che gravita’ intorno al Cavaliere con alti e bassi classici di chi prova a proporsi come il futuro leader di Forza Italia.

Ma Renzi ha anche nuovamente voluto sottolineare che oggi l’Italia di Gentiloni è debole, che l’accordo positivo di Fincantieri con Stx era frutto del suo Governo che aveva peso in Europa e con la debole Francia: almeno questo è quello che vuol far credere il Matteo nazionale all’opinione pubblica.

Le posizioni cosè contraddittorie tra Governo e leader del Pd rafforzano invece i francesi che oggi possono contare proprio sull’appoggio diretto o dietro le quinte sia di Renzi che del piu’ grande gruppo armatoriale europeo Msc che ha giuste e ottime motivazioni per augurarsi che il vento ora soffi a favore dei francesi.

E le dichiarazioni di oggi, in sequenza sono eloquenti. Calenda che prova a fare il leader e mostra i muscoli dicendo: “non accetteremo un accordo sotto il 51% a Fincantieri”

Renzi alla Versiliana: “Macron difende il suo Paese mentre l’Italia oggi e’ debole”. E infine Il Ministro dell’economia francese che risponde a Calenda: senza accordo con l’Italia cercheremo altri acquirenti, sapendo gia’ probabilmente dove andare a bussare.

In mezzo ad assistere inerme, senza davvero avere la minima chance di incidere nella partita ci siamo noi Genovesi e il futuro della nostra cittàlegato fortemente a tre soggetti coivolti nella vicenda Fincantieri, Costa ed Msc ai quali tutti teniamo in modo particolare per quanto hanno saputo creare sotto il profilo occupazionale, sociale e determinando anche flussi turistici di grande interesse.

Aspettiamo martedi con particolare attenzione l’incontro tra Ministri italiani e francesi augurandoci una soluzione veloce e trasparente e non una messinscena mediatica che verraà gestita dalla politica dei partiti e dentro ai partiti per regolare conti interni, non l’interesse dei cittadini.

 

Genova al centro della sfida tra Aponte-Macron e Bono-Gentiloni – di Maurizio Rossi

 

 

 

 

 

Leggi anche l’interrogazione presentata da Maurizio Rossi a marzo 2017

 

Non è semplice parlare di temi del settore marittimo, un mondo molto tecnico di cui cittadini e politici sanno molto poco, con fatturati giganteschi che si realizzano in aree accessibili solo agli addetti ai lavori come i porti e/o i cantieri.

Ma ora che si inserisce anche una pesante guerra tra Italia e Francia, con dichiarazioni pesantissime da ambo le parti è bene capire quale partita si stia giocando e quali interessi siano in campo.

Non può sfuggire il forte legame di Gianluigi Aponte, patron di Msc, con il nuovo presidente francese Emmanuel Macron, tanto che fu proprio ai primi di giugno, in occasione della cerimonia della consegna della Msc Meraviglia a Saint-Nazaire che Macron a fianco di Aponte annunciò a sorpresa di voler «rivedere» i termini dell’accordo con Fincantieri. E non può sfuggire quanto dichiarato proprio dall’armatore in una intervista a Le Monde sempre in quei giorni: “Se fossimo azionisti faremmo di tutto affinché Fincantieri non saccheggi Saint Nazaire”. E ancora: “Se Stx France dovesse cadere nelle sole mani del loro concorrente Fincantieri, questo creerebbe se non un monopolio, almeno una posizione dominante problematica. Se fosse sola, Fincantieri potrebbe agire a suo piacimento, trasferire tecnologie, rivedere la strategia commerciale in modo troppo vincolante…”.

Né può sfuggire il ruolo di collegamento tra Aponte e Macron di Alexis Kohler, considerato al centro del complicato accordo tra Fincantieri e lo Stato francese per la cessione del cantiere navale di Saint Nazaire. Kohler è il segretario generale dell’Eliseo di Macron, uno degli uomini più potenti di Francia.

Ad agosto del 2016 quando Macron si dimette dal ministero dell’Economia per candidarsi all’Eliseo, Kohler fa parte dei consiglieri strategici del candidato fino ad ottobre, quando è assunto da Msc come direttore finanziario. Tuttavia, come riporta il quotidiano L’Opinion, l’enarca continua a far parte dell’équipe di campagna del candidato: vive a Ginevra dove occupa il suo nuovo posto di lavoro, ma torna a Parigi ogni mercoledì per partecipare alla riunione dell’ufficio politico di En Marche!…

Ecco, noi genovesi, liguri, siamo in mezzo a questi affari internazionali. Abbiamo la forte e determinante presenza di Fincantieri che garantisce lavoro di alta qualità e occupazione, Costa Crociere a Savona che è cliente primario di Fincantieri e concorrente di Msc, il gruppo di Aponte che per fortuna nostra sta guardando alla Liguria come suo punto di riferimento primario in Italia con interessi che spaziano: la Stazione Marittima con la forte presenza di Msc Crociere, i traghetti Gnv, l’investimento sul nuovo terminal di Calata Bettolo, la partnership con Spinelli, la proposta di gestire con Royal Carrebean il futuro Terminal Crociere di Spezia, l’ingresso nel Gruppo Messina.

Ci troviamo quindi al centro di una situazione davvero complessa con dei nostri primari player in fortissima tensione fra loro.

Non può sfuggire proprio a me, che ho presentato una interrogazione sul tema al Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che Msc era già molto preoccupata e perplessa sulla joint venture tra Fincantieri e i cantieri cinesi, nella quale il rischio è di “insegnargli” a costruire navi da crociera. Non a caso nell’interrogazione del 7 Marzo ho fatto mie delle perplessità in merito alla reale utilità per il nostro Paese di apportare ai cinesi il consolidato ed esclusivo know how dell’azienda Italiana, con il rischio di far nascere un pericoloso concorrente a livello mondiale che nel giro di pochi anni potrebbe diventare ipercompetitivo grazie a costi di manodopera bassissimi e avendo acquisito appunto il nostro esclusivo know how.

Non possiamo quindi che essere estremamente interessati e preoccupati di questa battaglia che vede di fatto da una parte il premier Paolo Gentiloni e il numero uno di Fincantieri Giuseppe Bono e dall’altra Macron e Aponte. In una economia e in una competizione globalizzata non ne farei una questione di bandiera. Piuttosto di pragmatismo: sia Aponte sia Fincantieri danno molto all’Italia e alla Liguria, l’importante è che continuino a farlo anche se la loro rivalità, e concorrenza, ha varcato le Alpi e si sta traducendo in una battaglia durissima all’ombra della torre Eiffel.

Rossi sul collegamento ferroviario Genova Milano: la situazione attuale

 

 

 

 

 

 

Maurizio Rossi ha nuovamente scritto i “suoi” firmatari, che lo sostengono sin dai tempi dell’appello al ministro Delrio contro l’isolamento della Liguria, per aggiornarli sulla situazione del treno Genova Milano.

Qui di seguito e scaricabile a questo link il testo della lettera.

 

Carissimi firmatari dell’appello contro l’isolamento della Liguria,

come ricorderete, insieme abbiamo lottato con successo per il treno Genova Roma via Firenze. Da allora mi sono dedicato costantemente e silenziosamente a lavorare per ottenere un collegamento ferroviario anche sulla tratta Genova Milano, con un treno diretto senza fermate dalla stazione Principe a Rogoredo.

La scelta non è casuale: Rogoredo è più vicina di Stazione Centrale, in un punto strategico di Milano, collegata benissimo con la metropolitana ed è una stazione dove fermano i treni per Bologna/Firenze/ Roma/Napoli.

Il Terzo Valico resta per tutti noi fondamentale, ma come dico da tempo la città non può permettersi di attendere ancora 5/7 anni per un collegamento veloce: cerchiamo almeno di avere da subito un collegamento diretto, su un treno dignitoso, comodo, che impieghi circa 1h e 15 minuti.

Il mio pressing su Barbara Morgante, ad di Trenitalia, non c’entra nulla con il mio ruolo politico. Giustamente Trenitalia deve vedere se i numeri tornano, se questa linea, come si dice in gergo tecnico “a mercato”, ha la possibilità di stare in piedi economicamente o meno. Io penso assolutamente di sì, e da buon venditore di Genova direi che ho convinto l’Ad di Trenitalia, che ha fatto sua la mia proposta, tanto che ha fatto richiesta scritta a giugno a Rfi proprio di trovare le tracce sulla tratta da me ipotizzata, una la mattina ed una la sera, compatibili con orari di lavoro.

Mi sono quindi spostato all’Ad di Rfi Gentile (un’altra delle mie vittime preferite), che ho incontrato settimana scorsa e che mi ha garantito l’impegno di Rfi di cercare la soluzione più favorevole, ovvio che deve tenere conto del traffico sulla linea in quelle fasce orarie.

Peraltro, nel piano che Rfi sta presentando 2017/2021 al Cipe e che arriverà nella mia Commissione a settembre, dovrebbe essere inserito il finanziamento per il quadruplicamento da Tortona, che consentirà quando finito una ulteriore forte velocizzazione del tracciato.

Abbiamo anche valutato l’opportunità, dopo aver fermato a Rogoredo, se il treno possa proseguire anziché per Milano Centrale per Porta Genova, più centrale ancora di fatto e vicino a dove risiedono grandi aziende.

Ci siamo vicini: ora attendiamo le risposte e gli orari sapendo che ci sono i due Ad, che considero ormai vicini alle nostre richieste perché motivate e logiche, che se ne stanno occupando e che sanno quanto queste sono scelte che possono cambiare l’immagine isolata di tutto il nostro territorio. Appena fosse annunciato il treno, questo consentirebbe di iniziare quella campagna d’immagine a Milano di una Genova più vicina, dove forse vale la pena di iniziare a considerare di venirci a vivere con maggiore qualità della vita, meno nebbia e galaverna, costi molto inferiori di affitto o acquisto di immobili, pesto, focaccia e tanto iodio anziché smog.

Se condividete questa linea, sarei lieto di ricevere vostre conferme, sull’utilità di questa tratta, che metterò insieme per dare ancor più forza alla proposta ormai in fase avanzata.

Augurandomi di poter conseguire insieme un nuovo successo per togliere Genova dall’isolamento, vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato e invio i miei migliori saluti.

Maurizio Rossi

Audizione vertici Alitalia in Commissione Ottava – L’intervento di Maurizio Rossi

Durante l’audizione del commissario Gubitosi e dei vertici  Alitalia, il senatore Maurizio Rossi ha posto il tema dei prezzi che penalizzano pesantemente Genova e altre zone del paese dove la compagnia aerea opera sostanzialmente in regime di monopolio e con una concorrenza su ferro molto limitata.

Rossi ha ricordato che questa condizione ha indotto Alitalia ad alzare i prezzi in modo folle, arrivando a 900 euro per un volo di andata e ritorno in territorio nazionale: “Visto che state costruendo la nuova Alitalia – ha chiesto il Senatore ligure – e valuterete proposte arrivate da 32 soggetti interessati, in quale modo pensate di poter garantire collegamenti frequenti ed economicamente corretti specialmente dove non esiste un’alta velocità ferroviaria?”

Le risposte arriveranno nei prossimi giorni, ma Rossi ha ottenuto alcune anticipazioni: la strategia sarebbe quella di consentire ai territori meno serviti dall’alta velocità di avere collegamenti in giornata con Milano e Roma.

Per quanto riguarda Genova, le prospettive potrebbero essere interessanti non per Milano (considerando la poca distanza e che verrà realizzato il terzo valico) ma specialmente per Roma: i collegamenti tra il capoluogo ligure e la capitale potrebbero essere ridisegnati per orari e prezzi; nell’idea dei vertici Alitalia c’è in sostanza l’idea di far diventare la compagnia l’alta velocità con cui collegare alcuni territori attualmente trascurati.

Guarda il video con l’intervento del sen Rossi.

Terzo Valico, scintille 5 Stelle-Rossi. I grillini: “Pronti a bloccare l’opera”

 

 

 

 

 

 

Durante l’audizione in Commissione Ottava del commissario straordinario del Cociv Marco Rettighieri il senatore del M5S Marco Scibona ha affermato che i lavori del terzo valico sono andati avanti, ma si possono ancora bloccare: “I lavori del Terzo Valico sono stati portati avanti in una buona percentuale, ma per fortuna non abbastanza da non poterli bloccare con il cambio di governo“.

Il senatore Maurizio Rossi di Liguria Civica, unico ligure in Commissione Ottava, ha preso la parola per replicare:  “Apprezzo Scibona per la sua onestà intellettuale” – ha premesso Rossi – “ma quello che dice mi terrorizza: sono 40 anni che a Genova si aspetta il Terzo Valico, il collegamento veloce con Milano. Questa mancanza ha isolato Genova e la Liguria” – ha aggiunto Rossi – “portando la città ad essere la più vecchia d’Europa, e i giovani a scappare in altre regioni. Io vivo questa città, per noi bloccare il terzo valico significa uccidere Genova, uccidere il Porto, uccidere qualsiasi speranza di futuro per questa città”.

Rossi si rivolge poi al commissario Rettighieri per sapere cosa può succedere dopo il voto, con il nuovo governo, se sarà ancora possibile bloccare i lavori: “E’ meglio che i cittadini lo sappiano, prima del voto“.

 

Trascrizione integrale dell’intervento del sen Rossi

Nel pieno rispetto del collega Scibona, che è persona assolutamente corretta, che porta avanti le sue idee, segnalo però che mi terrorizza quello che ho sentito dire da lui, perché pensare che per quarant’anni, io sono l’unico genovese e ligure che siede in questa commissione, pensare che sono quarant’anni che noi aspettiamo il Terzo Valico, il collegamento veloce con Milano, il collegamento del porto che può permettere anche di togliere dalla gomma moltissimi container, che questa mancanza ha isolato Genova e la Liguria, questa mancanza ha portato una città da 800.000 abitanti a meno di 600.000, ha portato la città ad essere la città più vecchia di Europa, ha portato i giovani ad andare fuori a studiare e a cercare lavoro, io la vivo questa città, da quarant’anni, e la possibilità che la vittoria di un partito politico possa bloccare il terzo valico, o nazionale o anche a livello locale, mi terrorizza, perché vuol dire uccidere Genova, uccidere il porto, uccidere qualsiasi speranza di futuro per la nostra città. Le voglio chiedere se lei ritiene che, nonostante lo stato di avanzamento lavori, un qualsiasi partito politico, perché vince a Serravalle, perché vince a Genova, perché vince le politiche, potrebbe bloccare i lavori. Perché è bene dirlo prima delle elezioni. Secondo me è meglio saperlo, è meglio che lo sappiano anche i cittadini di Genova a cosa vanno incontro. Detto questo, io mi associo alla domanda del collega Esposito, innanzitutto sulla scadenza del 2 settembre, perché lei è persona apprezzata e stimata da molti che hanno già seguito quello che lei ha fatto. Quindi quindi vorrei anche capire se la scadenza del 2 settembre potrebbe essere rinnovata, o se lei la ritiene …., perché è indubbio che lasciare, forse, a metà determinate situazioni potrebbe non essere opportuno. Visto che lei, con i suoi collaboratori, sta portando avanti un lavoro, credo che sarebbe molto importante portarlo avanti.

Inoltre i tempi: i tempi sono importanti, lei ha detto due cose estremamente importanti che vanno chiarite. Per quanto riguarda i tempi io nel 2021 sinceramente non ci credo, io parlo di tempi per essere operativi, della necessità di un collegamento indispensabile tra Genova e Milano, perché da sempre sappiamo che questa è l’unica speranza per convincere magari anche molti che abitano a Milano a trasferirsi a Genova e a ridare un flusso positivo economico alla città e ripopolarla. Questo è il punto fondamentale, anche perché entreremo finalmente nel collegamento dell’alta velocità, da cui se no siamo completamente tagliati fuori.

E l’altro punto a cui lei ha accennato, che è molto interessante, è il fatto che la linea possa essere utilizzata sia per il trasporto merci, avendo delle sagome di galleria che possono portare fuori dalla città i container, sia per i passeggeri. Voglio ricordare che il fatto che non siano oggi portati fuori i container crea delle code infinite tra il ponente ligure e la città di Genova, anche andando verso nord, proprio per il fatto che praticamente tutti i container devono uscire dalla città su camion, e questo crea un enorme traffico, non parliamo di quando per caso si blocca per il vento un terminal come quello di Voltri. E pensiamo che vorremmo andare come minimo ad un raddoppio del numero di container nei prossimi anni.

Quindi questo per chiarire l’indispensabilità del lavoro. I tempi, da una parte, e come possono convivere, questa è l’altra domanda, la parte merce e la parte alta velocità. Grazie.

Primarie PD: Sen. Maurizio Rossi (Misto – Liguria Civica): “La par condicio non comprende le primarie dei partiti”

 

 

 

 

 

 

“Leggo su piu’ agenzie richiami alla par condicio e alla Rai per equilibrare gli spazi tra i diversi candidati del Pd: Renzi,Emiliano e Orlando.

Nulla di piu’ sbagliato: le primarie non sono assolutamente normate e i media compresa la Rai non hanno alcun dovere ne compito di suddividere spazi tra membri dello stesso partito. Ne e’ previsto alcun controllo di Agcom o di altri soggetti.” Questa la dichiarazione del Sen. Maurizio Rossi (Liguria Civica). “Desidero al proposito ricordare che proprio io cercai di regolamentare le primarie dopo gli scandali liguri in occasione delle elezioni regionali del 2015, attraverso un emendamento che presentai al disegno di legge AS 1385 di modifica alle elezioni della Camera dei Deputati, poi trasformato nell’ordine del giorno G1.7001/509 che concordai direttamente con la Ministra Elena Boschi. Con questo ordine del giorno – continua Rossi – il Governo si impegnava a regolamentare le primarie, cosa a cui non ha mai dato seguito.
Tutti coloro quindi che invocano la par condicio per le primarie e’ bene che leggano bene la normativa vigente ed anzi sappiano che gli spazi dati a tutto il Pd da ogni mezzo di informazione televisivo, devono essere pareggiati entro il mese con spazi dati agli altri partiti di eguale peso parlamentare e proporzionalmente agli altri.”
“Le primarie di qualsiasi partito non possono essere occasione per avere un vantaggio di spazi sull’informazione televisiva pagata dal canone o privata. La par condicio – conclude il senatore ligure – misura gli spazi tra i partiti, non tra i membri di uno stesso partito.”

 

LE AGENZIE CHE HANNO RIPORTATO LA NOTIZIA

9 COLONNE. PD, ROSSI (MISTO): PAR CONDICIO NON COMPRENDE PRIMARIE

9CO762497 4 POL ITA R01 PD, ROSSI (MISTO): PAR CONDICIO NON COMPRENDE PRIMARIE (9Colonne) Roma, 13 apr – “Leggo su piu’ agenzie richiami alla par condicio e alla Rai per equilibrare gli spazi tra i diversi candidati del Pd: Renzi,Emiliano e Orlando. Nulla di piu’ sbagliato: le primarie non sono assolutamente normate e i media compresa la Rai non hanno alcun dovere ne compito di suddividere spazi tra membri dello stesso partito. Ne e’ previsto alcun controllo di Agcom o di altri soggetti”-Lo afferma il senatore Maurizio ROSSI (Liguria Civica). “Desidero al proposito ricordare che proprio io cercai di regolamentare le primarie dopo gli scandali liguri in occasione delle elezioni regionali del 2015, attraverso un emendamento che presentai al disegno di legge AS 1385 di modifica alle elezioni della Camera dei Deputati, poi trasformato nell’ordine del giorno G1.7001/509 che concordai direttamente con la Ministra Elena Boschi. Con questo ordine del giorno – continua ROSSI – il Governo si impegnava a regolamentare le primarie, cosa a cui non ha mai dato seguito. Tutti coloro quindi che invocano la par condicio per le primarie e’ bene che leggano bene la normativa vigente ed anzi sappiano che gli spazi dati a tutto il Pd da ogni mezzo di informazione televisivo, devono essere pareggiati entro il mese con spazi dati agli altri partiti di eguale peso parlamentare e proporzionalmente agli altri. “Le primarie di qualsiasi partito non possono essere occasione per avere un vantaggio di spazi sull’informazione televisiva pagata dal canone o privata. La par condicio – conclude il senatore ligure – misura gli spazi tra i partiti, non tra i membri di uno stesso partito”. (red) 131216 APR 17

ANSA: Pd: Rossi (Misto), per primarie non vale regola par condicio

Pd: Rossi (Misto), per primarie non vale regola par condicio (ANSA) – ROMA, 13 APR – “Leggo su più agenzie richiami alla par condicio e alla Rai per equilibrare gli spazi tra i diversi candidati del Pd: Renzi, Emiliano e Orlando. Nulla di più sbagliato: le primarie non sono assolutamente normate e i media compresa la Rai non hanno alcun dovere né compito di suddividere spazi tra membri dello stesso partito. Né è previsto alcun controllo di Agcom o di altri soggetti”. Lo afferma in una nota il senatore del gruppo Misto. Maurizio Rossi (Liguria Civica). “Ricordo che proprio io cercai di regolamentare le primarie dopo gli scandali liguri in occasione delle elezioni regionali del 2015, attraverso un emendamento che presentai al disegno di legge (AS 1385) di modifica alle elezioni della Camera, poi trasformato nell’ordine del giorno G1.7001/509 che concordai direttamente con la ministra Elena Boschi. Con questo ordine del giorno – continua Rossi – il governo si impegnava a regolamentare le primarie, cosa a cui non ha mai dato seguito”. “Tutti coloro che invocano la par condicio per le primarie è bene che leggano la normativa vigente e sappiano che gli spazi dati a tutto il Pd da ogni mezzo di informazione televisivo, devono essere pareggiati entro il mese con spazi dati agli altri partiti di eguale peso parlamentare e proporzionalmente agli altri”, aggiunge. “Le primarie di qualsiasi partito non possono essere occasione per avere un vantaggio di spazi sull’ informazione televisiva pagata dal canone o privata. La par condicio – conclude il senatore ligure – misura gli spazi tra i partiti, non tra i membri di uno stesso partito”.(ANSA). BSA-COM 13-APR-17 11:12 NNN

Interrogazione del sen. Maurizio Rossi sugli incidenti sull’Autostrada A10

 

 

 

 

 

Scarica l’interrogazione presentata dal sen Maurizio Rossi sugli incidenti sull’Autostrada A10.

Guarda il video con le dichiarazioni del sen. Maurizio Rossi dei 26 marzo

Il testo dell’interrogazione

ROSSI Maurizio – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. –
Premesso che:
– l’intero tratto autostradale ligure ed in particolare la Savona Genova, è caratterizzato da una strada molto tortuosa con numerose gallerie che impegnano notevolmente i conducenti di auto e TIR alla guida;
– questo tratto autostradale è ormai da molti anni inadeguato e sembra che sia fuori dalle norme di sicurezza secondo la normativa dell’Unione europea;
– il notevole flusso autostradale è composto sia da traffico turistico veicolare che da Tir che raggiungono e partono dal porto di Genova e Savona;
– recenti fatti di cronaca dimostrano ancora una volta la pericolosità della tratta: 4 incidenti in quattro giorni di cui i primi tre praticamente nello stesso punto. Più precisamente: sabato 25 marzo, un camion si ribalta e prende fuoco sulla A-10, due feriti, tratto autostradale chiuso per diverse ore; domenica 26 marzo, un TIR travolge personale che stava lavorando per ripristinare i danni dell’incidente precedente causando, 2 morti, nove feriti, autostrada chiusa 12 ore; lunedì 27 marzo, stesso punto, un TIR sbanda ed è rimasto di traverso sulla carreggiata per alcune ore. Oggi martedì 28 marzo 2017, nel tratto Varazze Arenzano un TIR si ribalta e riversa sulla strada il suo carico composto da una sostanza oleosa potenzialmente tossica. Ferito il conducente, autostrada chiusa dalle 9.00 alle 12.30;
– domenica scorsa 26 marzo quindi, l’ennesimo incidente mortale. Vittime di quest’ultimo triste episodio sono degli operai impegnati in lavori per ripristinare all’incidente del giorno prima. Hanno infatti perso la vita due operai ed altri 9 sono rimasti feriti di cui due molto gravi, travolti da un TIR sul tratto Savona – Genova. Di secondaria importanza rispetto al dramma consumato ma di grande impatto sulla viabilità, sono stati i risultati. 12 ore di chiusura autostradale, chilometri di coda, lunghe ore di attesa. Una intera regione che conta quasi esclusivamente su questa arteria viaria per muoversi da est a ovest, bloccata, spezzata in due ormai un giorno sì e uno no;
– l’intera comunicazione mediatica relativa ai fatti di domenica, è stata focalizzata unicamente sull’autista del TIR, reo, oggettivamente, di aver travolto il cantiere. Peraltro sembra non aver assunto né droghe, né alcool;
– i voli aerei da e per Genova sono sempre di meno e spesso con un unico vettore che, in quanto tale in assenza di concorrenza, può permettersi di alzare anche di molto le sue tariffe. La situazione ferroviaria ligure è sempre più critica, con il binario unico di Andora, con la mancanza di tratte adeguate, soprattutto per gli orari e la qualità delle carrozze, sulle altre città, l’assenza dell’alta velocità. Tutto ciò fa prediligere sempre di più gli spostamenti in automobile riempiendo anche eccessivamente le autostrade liguri;
– tali criticità nell’intera Liguria, hanno fatto sì che nel tempo si sia raggiunta una situazione di isolamento di fatto e i vari governi che si sono succeduti nel tempo non sono stati in grado di porvi rimedio
si chiede di sapere:
– l’autostrada Genova – Savona è a norma secondo le normative dell’Unione in termini di sicurezza?
– da 30 anni questa autostrada deve essere adeguata. Che progetti ha fatto il concessionario per ridurre al minimo le problematiche che continuamente si manifestano?
– quali sono investimenti effettuati e programmati visto anche il costo molto elevato della tratta in termini tariffari?
– che priorità ha dato il Ministero a questa arteria che collega Italia e Francia, considerato che é il collegamento fondamentale per i porti di Genova e Savona nei quali i traffici sono in aumento e considerando che, sulla medesima autostrada, si sposta il traffico turistico che segna pesantemente l’economia della regione?
– se il ministro in oggetto ravvisi responsabilità di Società Autostrade, concessionaria del tratto autostradale Savona – Genova, ai fini della garanzia della sicurezza dei suoi dipendenti coinvolti nell’incidente;
– se il cantiere oggetto dell’incidente era opportunamente segnalato e protetto da jersey e se erano stati messi in atto tutti i necessari accorgimenti segnaletici per far ridurre la velocità al flusso stradale adiacente i lavori;
– quali provvedimenti immediati il Ministero intende prendere per mettere in sicurezza questa autostrada nell’immediato e con progetti da attuare nel tempo minore possibile
Sen. Maurizio Rossi

30/03/2017